Ciao a tutti! ^^
Dopo quasi un mese di lettura (puff, pant...mi divido tra troppi libri e sto leggendo poco, devo recuperare! xD) posso finalmente recensire l'ennesimo bel libro della Sherazade di Dickens, un'autrice entrata piano piano ma a pieno diritto tra le mie preferite: "Mary Barton", di Elizabeth Gaskell! ^^
Siamo a Manchester, città fortemente industriale e teatro, nel corso dell' '800, di innumerevoli e feroci scontri tra padroni e operai, causa anche la riduzione di manovalanza dovuta all'introduzione sul mercato di nuovi macchinari (spinoso problema affrontato anche da Charlotte Bronte nel suo splendido "Shirley").
John Barton, operaio cui le precarie condizioni di vita hanno strappato prima il figlioletto e poi la moglie, si ritrova da solo con la figlia adolescente Mary, che trova lavoro presso una sarta.
Bella e ammaliata dalla possibilità di ottenere una vita agiata per sé e per il padre, Mary disdegna l'amore annoso e appassionato dell'amico d'infanzia Jem e si lascia irretire per un po' dal corteggiamento fatuo del ricco Harry Carson.
Per fortuna le fila rette dalla narratrice questa volta le risparmiano di diventare l'ennesima fallen woman della Letteratura vittoriana (ma ce n'è comunque una nel romanzo, tranquilli! xD) eppure il suo rifiutare il ricco corteggiatore non sarà senza conseguenze, perché si mescolerà alle rivolte sociali inarrestabili, con esiti disastrosi.
Mary Barton mi ha tenuta incollata alle pagine più di qualsiasi altro libro della Gaskell, cosa che mi ha meravigliata! Ero finora convinta che i libri di quest'autrice potessero piacermi solo per l'originalità della stretta mescolanza di romance e denuncia sociale (insolita in una donna dell'epoca) e per la sempre piacevole atmosfera (campestre, cittadina o come in questo caso entrambe) che vi regna...e invece ho scoperto che sa anche come far appassionare il lettore e fargli attendere con ansia e curiosità il prossimo capitolo! *_*
Considerando poi che Mary Barton è la sua opera prima (anche se scritta alla non più tenera età di 38 anni) direi che si tratta di un lavoro davvero eccellente e di altissimo livello... quasi pari, per la passione della narrazione, al più maturo e meglio cesellato ultimo romanzo, Mogli e figlie. Anche se certamente vanta più analogie con Gli innamorati di Sylvia, di cui sembra quasi un germe: non solo per la presenza in entrambi del triangolo amoroso due uomini-una donna, ma anche perché Mary, Harry e Jam sembrano contenere già in nuce i più tridimensionali Sylvia, Charley e Philip. Tuttavia tra i due, nonostante la maggiore bidimensionalità dei personaggi, ammetto di aver preferito Mary Barton: più appassionante e meno dispersivo.
Se proprio dovessi trovargli un difetto, sarebbe la prevedibilità di alcuni aspetti della storia: non credo che cimentarsi in una crime story fosse l'intento principale dell'autrice, ma è certo che quella parte non le sia riuscita benissimo! In compenso, come commuove lei non lo fa nessuno: mi è scesa più volte la lacrimuccia per le vicende di alcuni personaggi U_U
Ho apprezzato molto anche le citazioni bibliche di cui è infarcito il testo, che sono anch'esse un tratto tipico di questa religiosissima scrittrice: non mi sono mai sembrate forzate o dettate solo dalla morale vittoriana come ad alcuni potrebbe sembrare, ma sincere e molto sentite...se non ci fossero il libro perderebbe la metà della sua forza.
Chapeau anche per le citazioni poetiche e letterarie all'inizio di ogni capitolo: alcune le ho segnate da parte per ricordarle, erano bellissime!
Un libro che farà felici sia i fan di lunga data della Gaskell sia coloro che dovessero apprestarsi a conoscerla adesso, poiché credo sia una degna presentazione dei tesori di questa scrittrice così prolifica e ammaliante ^_^
Io l'ho letto nella bella edizione di Edizioni Croce, che vanta una copertina azzeccatissima e una splendida introduzione a cura di Francesco Marroni.
Voto: 8/10
Se volete saperne di più sull'autrice e su tutto quello che ha scritto potete dare un'occhiata all'articolo che le ho dedicato nella rubrica Scrittrici nella brughiera! ^^ Lo trovate qui.
A presto! :*
Bella e ammaliata dalla possibilità di ottenere una vita agiata per sé e per il padre, Mary disdegna l'amore annoso e appassionato dell'amico d'infanzia Jem e si lascia irretire per un po' dal corteggiamento fatuo del ricco Harry Carson.
Per fortuna le fila rette dalla narratrice questa volta le risparmiano di diventare l'ennesima fallen woman della Letteratura vittoriana (ma ce n'è comunque una nel romanzo, tranquilli! xD) eppure il suo rifiutare il ricco corteggiatore non sarà senza conseguenze, perché si mescolerà alle rivolte sociali inarrestabili, con esiti disastrosi.
Mary Barton mi ha tenuta incollata alle pagine più di qualsiasi altro libro della Gaskell, cosa che mi ha meravigliata! Ero finora convinta che i libri di quest'autrice potessero piacermi solo per l'originalità della stretta mescolanza di romance e denuncia sociale (insolita in una donna dell'epoca) e per la sempre piacevole atmosfera (campestre, cittadina o come in questo caso entrambe) che vi regna...e invece ho scoperto che sa anche come far appassionare il lettore e fargli attendere con ansia e curiosità il prossimo capitolo! *_*
Considerando poi che Mary Barton è la sua opera prima (anche se scritta alla non più tenera età di 38 anni) direi che si tratta di un lavoro davvero eccellente e di altissimo livello... quasi pari, per la passione della narrazione, al più maturo e meglio cesellato ultimo romanzo, Mogli e figlie. Anche se certamente vanta più analogie con Gli innamorati di Sylvia, di cui sembra quasi un germe: non solo per la presenza in entrambi del triangolo amoroso due uomini-una donna, ma anche perché Mary, Harry e Jam sembrano contenere già in nuce i più tridimensionali Sylvia, Charley e Philip. Tuttavia tra i due, nonostante la maggiore bidimensionalità dei personaggi, ammetto di aver preferito Mary Barton: più appassionante e meno dispersivo.
Se proprio dovessi trovargli un difetto, sarebbe la prevedibilità di alcuni aspetti della storia: non credo che cimentarsi in una crime story fosse l'intento principale dell'autrice, ma è certo che quella parte non le sia riuscita benissimo! In compenso, come commuove lei non lo fa nessuno: mi è scesa più volte la lacrimuccia per le vicende di alcuni personaggi U_U
Ho apprezzato molto anche le citazioni bibliche di cui è infarcito il testo, che sono anch'esse un tratto tipico di questa religiosissima scrittrice: non mi sono mai sembrate forzate o dettate solo dalla morale vittoriana come ad alcuni potrebbe sembrare, ma sincere e molto sentite...se non ci fossero il libro perderebbe la metà della sua forza.
Chapeau anche per le citazioni poetiche e letterarie all'inizio di ogni capitolo: alcune le ho segnate da parte per ricordarle, erano bellissime!
Un libro che farà felici sia i fan di lunga data della Gaskell sia coloro che dovessero apprestarsi a conoscerla adesso, poiché credo sia una degna presentazione dei tesori di questa scrittrice così prolifica e ammaliante ^_^
Io l'ho letto nella bella edizione di Edizioni Croce, che vanta una copertina azzeccatissima e una splendida introduzione a cura di Francesco Marroni.
Voto: 8/10
Se volete saperne di più sull'autrice e su tutto quello che ha scritto potete dare un'occhiata all'articolo che le ho dedicato nella rubrica Scrittrici nella brughiera! ^^ Lo trovate qui.
A presto! :*
Amo Elizabeth Gaskell*-* Questo suo esordio mi è piaciuto però, a differenza tua, mi è piaciuto meno di altri suoi lavori più maturi. Il mio preferito rimane proprio Gli innamorati di Sylvia, mentre ammetto di aver riscontrato moltissimi punti d'incontro tra Mary Barton e il romanzo più celebre della Gaskell, Nord e sud. I temi affrontati sono gli stessi, ma ho trovato in quest'ultimo una maggiore maturità della scrittura. In ogni caso, come al solito, bella recensione:)
RispondiEliminaAnch'io la amo molto, ormai è assodato! *_* In questo libro ho riconosciuto una maggiore immaturità stilistica, però chissà perché mi è risultato più coinvolgente degli altri...sono rimasta con il fiato sospeso fino alla fine, cosa che non mi era finora ancora successa con i suoi libri, che avevo sempre trovato più "d'atmosfera" che "coinvolgenti". Di "Gli innamorati di Sylvia ho apprezzato davvero tanto Philip, per me il vero protagonista!
EliminaA me é piaciuto moltissimo... é al primo posto insieme a Mogli e figlie, pur essendo i due romanzi diversissimi per trama e struttura. Mary Barton ha un impianto sociale (e politico) che come avete detto voi rimanda chiaramente a Nord e Sud, ed anche in questo caso più che Mary il vero protagonista é suo padre. Sinceramente non saprei scegliere! :)
RispondiEliminaVera.
Anche a me Mogli e figlie è piaciuto davvero tanto, è stato il libro più bello che ho letto nel 2015! *_* Però ho trovato Mary Barton più coinvolgente..hai ragione, è davvero difficile dire quale sia più bello! Spero che anche Ruth non mi deluda!
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