Buongiorno a tutti :D
Oggi vi parlo di un romanzo storico che mi ha conquistata: L'architettrice, di Melania Mazzucco, edito da Einaudi nel 2019.
Ho comprato e iniziato a leggere questo libro nei primi mesi del 2020: ma poi, complici le varie vicissitudini del periodo (incluso un trasloco quasi inaspettato xD), sono riuscita a riprenderlo solo questo mese, per poi finirlo tutto d'un fiato!
Premetto che è il primo romanzo di Mazzucco che leggo (anche se mi sono già procurata La lunga attesa dell'angelo e Vita, che mi stanno aspettando nella casa di Napoli *_*), quindi non posso fare confronti con altre sue opere, ma lo stile di quest'autrice mi ha sorpresa a dir poco. Infatti, sebbene l'Architettrice sia un romanzo storico contemporaneo, sembra un'opera più antica, per il linguaggio elegante e arcaico che lo permea con una naturalezza incredibile, senza privarlo di passione e fluidità (più di 500 pagine e non sentirle *_*). Risulta insolita e all'inizio potrebbe disorientare un po' l'assenza di virgolette introduttive nel discorso diretto ma poi, una volta compreso il meccanismo, non ci si fa quasi più caso.
La scelta del soggetto è indubbiamente peculiare: "l'architettrice" e pittrice protagonista, Plautilla Bricci, non è infatti un nome noto della Storia dell'Arte, e i motivi sono spiegati nel romanzo stesso: all'epoca il posto delle donne, anche quando talentuose, era nell'ombra, e venire alla luce non era purtroppo positivo perché avveniva di solito a seguito di qualche scandalo che ogni donna "dabbene" cercava accuratamente di evitare. Questo è accaduto anche a Plautilla, rimasta così in ombra che ci sono voluti secoli per capire che numerose opere d'arte sparse per tutta Roma e spesso finite sotto il nome di altri (inclusa una splendida villa soprannominata "Il vascello" e quasi del tutto distrutta durante i moti che condussero all'Unità d'Italia) fossero, in realtà, sue.
Mazzucco fa parlare l'artista in prima persona e dipana sotto gli occhi del lettore tutta la vita di Plautilla, dalla prima infanzia alla vecchiaia e oltre, verso la vita immortale che tutti gli artisti di talento riescono sempre a conquistarsi. Il romanzo, in parte ambientato anche durante le battaglie verificatesi a Roma prima dell'Unità d'Italia, talora si arena e sembra farsi un po' ripetitivo, ma credo che tutto sia funzionale all'immersione completa e totale nella vita di una persona: le vite non sono certo sempre fatte di eventi significativi ed emozionanti, quando sei una donna del '600 poi... xD Numerosi i passi degni di nota e caratterizzati da uno spiccato lirismo: a tratti avrei sottolineato tutto il libro! Quando parla della peste che ha colpito Roma in quegli anni poi è davvero da brividi, per le similitudini con il momento che stiamo vivendo.
"Ci criticheranno. Rideranno di te e di me. Ma chi guarda le nuvole non miete. Tutte le cose grandi sembrano impossibili a chi delle cose grandi non è capace. E dopo che l'eco delle risate si sarà spento, la cappella sarà ancora lì".
"La peste non ci rendeva uguali, e anzi evidenziava le differenze-di classe e di sesso. Ma nello stesso tempo apriva spazi impensabili di libertà a chi era disposto a correre il rischio. Sono stata una di quelli. Non avevo paura di morire, ma di non aver vissuto".
"La peste ci trascinava in una terra incognita: era come se avessimo varcato la frontiera di un Paese straniero, nel quale le regole di sempre non valevano più. Prima di colpirci, di sfigurarci e di annientarci, la peste ci strappava le sicurezze. l'identità, il dovere. E però, in un certo senso, ci liberava di noi stessi. [...] Avrebbe liberato anche me".
Mi fermo qui altrimenti dovrei riportarvi mezzo libro xD Lo avete letto, lo leggerete?
Titolo: L'architettriceAutrice: Melania Mazzucco
Casa editrice: Einaudi (un plauso alle sue edizioni cartonate: in un mondo di brossure di scarsa qualità a 20 euro, mantiene alta la bandiera con le sue edizioni curatissime, chapeau).
N. pagine: 568